sabato 3 agosto 2013

Edificio 17A – Piccole gioie, ora.



Antonella. Capelli biondi, lunghi. Occhiali. Magra. Occhi vispi. E' la psicologa del reparto. Abbiamo avuto un incontro la settimana scorsa. Una conversazione informale. Le avevo parlato dei viaggi impossibili che non posso fare. Dei sogni nel cassetto destinati ad ammuffire. Poi di gatti e altre amenità.
Oggi ritorna, Antonella. Mi parla dei sogni possibili. Precarietà della perfezione. Di porte che si aprono. Ed io penso che sta prevenendo quello sul quale riflettevo giorni fa con Filippo. Mi dice che se voglio uscire lo posso fare.
Se vuoi passare, che so, la domenica, ma anche un altro giorno, fuori lo puoi fare. Naturalmente ci avvisi. Magari il giorno prima.”
Volevo fare una sorpresa al nostro amico Tiziano, che verrà a trovarci. Uscire un giorno insieme. Con Filippo dubitavamo un poco. Invece...
Io, che per adesso sono predisposto, ho lasciato sfuggire alcune lacrimucce. Belle però.
Non contenta, lei mi parla del terrazzo. Sopra il nostro reparto, un'associazione di volontari ha pensato di realizzare questo spazio, per essere utilizzato non solo dai pazienti ma, anche dai familiari. Attrezzato con un gazebo, delle panchine e qualche pianta. Un altro obiettivo al quale miravo di arrivare. Riuscire a salire le due ripidissime rampe di scale per vedere il terrazzo.
Mi dice che c'è il montacarichi che porta su, e quindi non c'è bisogno di fare le scale.

Miravamo al cielo. All'impossibile. Rimanemmo con il dito puntato e sogni ammuffiti. Ora si punta al possibile. Piccole gioie. Ora. 

1 commento:

Noemi Venturella ha detto...

Mi piace. E forse non è sempre così, in fondo? Che la perfezione prende a calci e l'imperfezione, con un po' di scale o una pianta, con un posto, un "interstizio" piccino pensato per noi... fa sorridere? Io la mattina quasi sempre innaffio l'orto da balcone. Anche quando va male.

Un abbraccio!