“Pace
e bene.”
Esordisce
così. Entrando nella mia stanza. E già non mi piace. Naturalmente è
uno di quei frati che girano per gli ospedali. Cercano allocchi ai
quali raccontare le loro favolette. Oggi è la giornata giusta. Ero
leggermente annoiato e lui mi ha regalato un diversivo.
“Guardi,
non sono cattolico.”
“Appartiene
ad un'altra bottega?”
“Sì,
come lei dice, appartengo ad un'altra bottega.”
“Possiamo
parlare un poco lo stesso?”
“Se
vuole fare proselitismo, ha sbagliato di grosso. Alla mia età, come
favole continuo a preferire “Il
piccolo principe” alle
vostre.”
“Posso
sedermi?”
Gli
dico di sì. Gli sciorino le stragi, il sangue versato dalla
chiesa cattolica, le donne
trattate come streghe. Gli stramini
che hanno seminato per
il mondo. Culture e interi
popoli distrutti. Storia
che fino ad oggi non è finita. Con la faccia contrita mi dice che
lui è qui solo come
un umile frate di nome Franco.
“Ma
l'umile frate,” gli dico “ Appartiene o no a quella chiesa che ha
sede in Vaticano? Quindi se lei viene da me con quell'abito e quei
simboli rappresenta quella istituzione. Erede dello scempio fatto nel
mondo. Io rispetto persone come Don Gallo, Don Ciotti o Don Puglisi.
Non tutto il resto.”
“Vede
che qualcosa di buono c'è?”
“Mosche bianche in mezzo ad un branco di lupi.”
“Mosche bianche in mezzo ad un branco di lupi.”
“Papa
Francesco...”
“E
basta con questo papa Francesco! Tutto chiacchiere e tabacchiere di
legno. Quello che sta facendo è un restyling per continuare a
vendere lo stesso prodotto sporco di nefandezze. Non mi sembra
diverso dagli altri. Ha solo cambiato tattica.”
“Vedrà,
invece qualcosa la sta smuovendo seriamente.”
“Il
vero cambiamento ci sarà quando abolirete
le collusioni con la mafia. La
banca che ricicla soldi mafiosi e fa affari sporchi per il mondo.
Qui a Palermo la vostra chiesa metteva i bastoni fra le ruote a Don
Puglisi quando era vivo. Lo ostacolavano, gli negavano aiuti, lo
hanno fatto ammazzare. Una volta morto lo hanno fatto beato.
Una vera vergogna. Questo è il vostro modo di comportarvi.”
Inizia
tutta una filippica, iniziando dal concepimento che è un atto dove è
intervenuto dio. Ed io ingenuamente pensavo c'entrassero solo mia
madre e mio padre. Continua sostenendo
che ci sentiamo tutti dei padri eterni pronti a giudicare gli altri.
Che poi è quello che fanno loro. E allora gli parlo di fatti e di
strade da scegliere. Fatti. Don Puglisi lavorava in un quartiere ad
alta densità
mafiosa. Cercava di portare un minimo di giustizia, di cultura
antimafiosa. Fra mille disagi, fino a sfidare la morte per questo.
Dall'altra, una chiesa sorda ad ogni richiesta di sostegno e aiuto da
parte di quel prete. Una chiesa pronta ad aiutare un mafioso... che
è sempre un figlio di
dio, no? Gli chiedo secondo lui chi segue la strada del bene e chi
quella del male.Si impirugghia
e mi comincia a dire che la chiesa...
“Guardi
che se lei continua a difendere questa chiesa lei è complice tanto
quanto loro.”
Sta
per proseguire con la sua arringa difensiva.
“Ho
capito,” gli dico. “Visto che insiste in questo modo, trovo che
lei non sia degno di stare in questa stanza. Io non parlo con le
persone che difendono chi è colluso con la mafia. Reputo lei allo
stesso livello. Colpevole quanto loro. Quindi, lì c'è la porta. E'
pregato di andare via. Non bussi più a questa stanza. Si ricordi
dov'è, e la prossima volta la eviti accuratamente.”
Lo
accompagno alla porta, facendogli segno con la mano di smammare.
La
noia si è allentata un poco. Sono pronto e carico.
Avanti
il prossimo.
1 commento:
Hai fatto bene.
Chiara.
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