venerdì 14 giugno 2013

Edificio 17A - Cose che ricordo del passato 33


Grazie al trasferimento a Palermo di Carlo Verri e Claudio Lo Bosco, il movimento omosessuale ha ripreso a camminare. Da anni, a parte una breve esperienza come Cooordinamento omosessuale palermitano, e la presenza di Lady Oscar-Arcilesbica, sia pure non attivissima, il movimento era in letargo. Da allora qualcosa si è mosso. Ci siamo svegliati. All'inizio eravamo in pochissimi, cinque o sei persone. Siamo diventati Articolo Tre: Associazione omosessuale. Successivamente è (ri)nata anche Arci Gay. Siamo arrivati, oggi, al Gay Pride Nazionale. Il merito di Carlo e Claudio è grandissimo in tutto questo.
Io ho insistito affinché si usasse la parola omosessuale e non gay nel nome dell'Associazione:
Non si può sbattere omosessuale così in faccia alla gente,” disse qualcuno.
Neanche il termine omosessuale fosse diverso da gay.


Mio padre era un tipo diciamo accorto. Non spendeva soldi inutilmente. Non lasciava accese le luci in una stanza se non ci stava nessuno. Accorto nel chiudere i rubinetti per non sprecare acqua. In casa veniva spesso deriso per questo. Tirchio, era il titolo che gli avevano assegnato. Ma lui, imperterrito, continuava nella sua missione. Quando andò in pensione, spesso faceva lui la spesa. A mia madre questo non andava giù. Lei aveva difficoltà ad uscire, i suoi acciacchi, di solito, la inchiodavano a casa. Un giorno mio padre comprò dei pesci. Savuri. Fra i pesci azzurri, diciamo, che hanno la carne meno pregiata. I savuri bianchi sono un po' più buoni. Non ricordo bene, ma sicuramente erano savuri...
Io stavo rientrando, e sentii mia madre urlare:
Arrieri savuri! Ma sulu chistu accatti?”
Appena entrato in cucina vidi mia madre che brandiva il coppo dei pesci con il piglio di un provetto lanciatore di pesi. Un istante dopo, un lancio perfetto... oltre la ringhiera del balcone.
E fu il volo dei Savuri.



In uno sperduto paesino della Lombardia. O meglio in un campo vicino - ma non molto - al paesino. Lì si svolse una tre giorni di controcultura, musica e cose così. Era il 1976: anno in cui usciva una pubblicazione che si chiamava Puzz. Nata inizialmente come fumetto si trasformò con il tempo in una pubblicazione che aggregava un gruppo neo situazionista. Non chiedetemi chiarimenti in proposito. A pelle mi erano simpatici. Mi piaceva la creatività che traspariva dalle loro pubblicazioni. Certo non era facile da leggere, usavano un linguaggio piuttosto contorto. Almeno per me. Quella tre giorni fu organizzata in larga parte dal gruppo di Puzz. C'ero andato con Umberto Tiboni. Lui era presente anche come distributore e partecipò anche a qualche dibattito. L'esperienza per me fu piacevole. Anche se si dormiva in tenda. Il momento tragico per me era quando dovevo andare in bagno. Non esistevano bagni chimici. Ci si poteva appartare dietro un cespuglio, dimenticandosi acqua e bidè, usando qualche foglia. Mentre oggi avrei meno problemi di questo genere. Con qualche sacchetto e alcune salviette ce la potrei pure fare.


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