domenica 28 aprile 2013

Edificio 17A – Competenze



Da un momento all'altro. Senza nessun preavviso, mi viene annunciato il trasferimento in un altro reparto. Medicina due. Mi rimproverano pure perché non ero in stanza quando mi hanno cercato.
Abbiamo dovuto rimandare indietro l'ambulanza, perché non la trovavamo. Lei non può allontanarsi così dalla sua stanza.”
Cerco di sdrammatizzare. Non serve, l'arroganza non accetta altro che se stessa. Penso che avrei dovuto essere avvertito per tempo. Dovevo preparare il mio piccolo trasloco. In ospedale si accumulano tante piccole cose. Indumenti, scarpe, varie medicine, il computer, sacchetti per la colostomia e tutto ciò che mi serve per gestirla. L'elenco naturalmente è molto più lungo. Conclusione: un borsone piuttosto pesante, tre sacchetti di plastica strapieni, la valigetta per il computer. Dico che da solo non riesco a trasportare tutto e che avrei bisogno di aiuto.
Non è nostro compito.”
Sbarro gli occhi incredulo.
“L'accompagno io” mi dice un'altra infermiera
Arriviamo giù, dove ci aspetta la navetta che mi deve trasportare a Seconda Medicina. L'infermiera chiede all'autista di aiutarmi:
“Lei che è un uomo lo aiuti”
“Io faccio l'autista, non è compito mio.”
Rivolgendomi all'infermiera dopo averla ringraziata le dico:
“Guardi, io sono un po' più uomo... porto tutto io.”
Mi carico come un asino da soma. Porto tutte le mie cose fino alla navetta.
Non mi hanno nemmeno dato la cartella clinica. Come se volessero sbarazzarsi di me. Come un pacco da spedire urgentemente a destinazione. Quasi non fossi una persona. Un ingombro, una cosa. Di sicuro non una persona, tra l'altro nemmeno al meglio delle proprie forze.
Arrivo nel nuovo reparto stanco morto. Non capisco se sia più la rabbia o la stanchezza a farmi tremare in quel modo. Di sicuro non è febbre.


Nessun commento: