giovedì 9 settembre 2010

"Bastardi, vi farò fuori tutti!”




Lui è un supereroe. Dall'alto del palazzo, con il pugno sinistro alzato, pronto a lanciarsi sui malfattori. L'altro, pistola in pugno, lo costringe a scendere e posare i piedi per terra. Lo fa entrare in macchina e minacciandolo con la pistola lo fa guidare. Sorpassi spericolati. Frenate improvvise. Curve al limite del ribaltamento della macchina. Dopo cinque minuti di corsa sfrenata, al guidatore viene intimato di accostare. L'altro scende e inizia una sparatoria, non si capisce bene contro chi. Il nostro supereroe ne approfitta e si rifugia nell'ufficio postale. Qui viene inseguito e costretto ad uscire. L'altro, puntando la pistola mentre lo insegue, sussurra: “La mia vendetta sarà compiuta, non può restare impunita”. E gli spara con la sua pistola a freccette.
Incantato guardavo giocare i due bambini. La panchina trasformata ai loro occhi. Prima cima di un palazzo da dove il nostro supereroe controllava la città. Un attimo dopo era una macchina, e i ragazzini con il corpo mimavano i movimenti dell'auto. Poi diventava un muretto dietro il quale ripararsi da una mitragliata di colpi. Muretto dietro il quale il fuggitivo ripeteva: “Bastardi, vi farò fuori tutti!”. Aveva fiducia nella sua arma micidiale, quella non sbagliava mai un colpo.
Poi richiamati dalle rispettive madri i due bambini rientrarono nella realtà. Ridiventando quello che gli adulti si aspettano. Uno dei due con voce implorante chiede alla madre “Maaà, quannu m'accatti l'ipod?”.

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