sabato 3 febbraio 2007

Nonno

Per tradizione, a me, essendo il secondogenito maschio, è toccato il nome del nonno materno. Non l'ho conosciuto e lo ricordo solo attraverso una sua foto, incorniciata, appesa al muro. La foto era sempre accoppiata a quello di un mio zio scomparso nella II guerra mondiale. Di mio nonno ho pezzi di ricordi malmessi, raccolti in una famiglia dove se ne parlava poco. Di un morto non si parla male, quindi a volte non se ne parla per niente. Tutto quello che sono riuscito a sapere è che si fece passare per pazzo. Letteralmente. E questo veniva raccontato come una sua forma di stranezza. Fu mandato su un isola, forse Ustica, per questo. Contrariamente a tutta la famiglia, sembrava, che lui andasse fiero del suo gesto. Ma questo causò il quasi fallimento dell'attività di commerciante lasciata nelle mani di mia nonna. Per mia nonna era già un po' troppo stravagante avere un marito che voleva andare a teatro. Figuriamoci uno che parlava pure di politica.

Lei, analfabeta, fu costretta a gestire l'attività commerciale. Imparando a far di conto, e facendolo con un suo metodo: incolonnava tutti i numeri a sinistra. I conti comunque erano sempre giusti.

Non ricordo il tempo che mio nonno passò al confino, lui onorato di non aver accettato ordini da Mussolini. In famiglia considerato poco. A parte la foto incorniciata, appesa al muro.





















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